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La vespa 90 SS, con un passato da incompresa

La vespa 90 SS

La prima cosa che colpisce, chiunque la guardi, e’ la ruota di scorta posizionata centralmente, fra il lungo sedile e il manubrio, in quello spazio in cui, di solito, ci si limita a metterci (comodamente) le gambe.

    

Prodotta in circa 5000 esemplari, dal 1965 al 1971.

Disponibile in due colori per il mercato Italiano, rosso e blu pavone, per i mercati esteri anche bianca.

Sulla sommità della ruota di scorta c’è quello che, in tanti, pensano sia un piccolo serbatoio

che e’ invece un contenitore, una sorta di “scatolina” metallica, dotata anche di un cuscino che servirebbe da poggia petto durante le competizioni.

Già, le competizioni, La vespa 90 SS nacque proprio per questo

tant’è che molti degli esemplari venduti parteciparono ad alcune gare, dal Giro d’Italia come mezzo da supporto, alle gare di velocità su circuito, su piste come Imola, Vallelunga, ecc.

Esteticamente si poteva facilmente intuire che fosse un modello sportivo anche per via di una bella marmitta “a siluro”, specifica solo per quel modello.

 

Grazie anche ai soli 77 chilogrammi di peso

un rapporto di compressione che le permetteva di raggiungere rapidamente la velocità massima (8,7:1), un gruppo termico con testa, luci e travasi modificati (derivato dal quello della 90).

Esteticamente aveva uno scudo piu’ “stretto”

un parafando “ridotto”, un manubrio “sportivo” (una delle sue pecche secondo tanti), il tutto studiato per renderla piu’ agile, specie su curve e percorsi tortuosi.

La Super Sprint, prodotta in 5309 (per essere precisi), con una cilindrata di 88,5 cc, sei cavalli a 6000 giri.

Un modello intermedio, fra le 50 cc e le 125 cc

le prime guidabili senza aver dovuto prendere la patente, le seconde molto potenti, che per essere guidate si doveva aver passati sia l’esame di teoria che di pratica.

Un modello intermedio…….. ecco uno dei primi motivi del suo flop commerciale, perche’ se ad alcuni quei cinquemila ed oltre esemplari potrebbero sembrare non pochi, in realta’ per una vespa erano “numerini da poco”.

Ne ho lette e sentite tante su questo modello della Piaggio

dalla scomodita’ della ruota di scorta, al finto serbatoio, al manubrio che su strade sterrate (in quegli anni….) la rendeva poco guidabile, al motore che o era troppo piccolo o troppo grande (senza patente).

Credo che la Piaggio abbia commesso un errore imperdonabile

nel proporre una versione SS per la 50 cc, dotandola dello stesso telaio della 90, con un motore depotenziato, facendolo peraltro in una produzione ridottissima.

La vespa 90 SS, quasi tutte utilizzate da appassionati sportivi

che con lei parteciparono a gare di vario genere, cosa che ha contribuito a fari si che ne siano rimaste pochissime

in troppe distrutte

incidentate

danneggiate

non riparate

rottamate.

Oggi e’ ricercatissima, quasi introvabile, chissà perché……………..

con un passato da incompresa