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Yamaha FZR 1000 Genesis

Yamaha FZR 1000 Genesis, e quella sigla scelta dai tecnici nipponici per identificare quella nuova generazione di propulsori, caratterizzati da un blocco cilindri molto inclinato in avanti.

Era una motocicletta molto strette e bassa, con una maneggevolezza che, sia i clienti che la stampa specializzata definirono ottima, grazie anche ad una ottima distribuzione dei pesi.

Il peso era infatti equamente distribuito, 50/50 fra l’anteriore e il posteriore della moto.

Il serbatoio era “diviso” in due parti.

Con la parte anteriore che fungeva da copertura del filtro dell’aria, la parte che conteneva effettivamente il carburante era sotto il sedile e subito dietro il motore.

Una soluzione a tutto vantaggio del centro di gravità della moto, capace di migliorarne ulteriormente la maneggevolezza.

Ma e il telaio, com’era ????

Quelli della mia generazione si ricorderanno sicuramente del telaio siglato Deltabox, era in alluminio satinato, così bello dal non farla mai sfigurare anche senza le due carenature.

     

Il Deltabox era realizzato in sezioni di alluminio scatolato.

Inizialmente ideato per la YZR 500 da GP, poi montato anche sulla 750 YZF da endurance, quindi subitaneamente scelto anche per la versione di serie dalla casa nipponica.

Con un peso di soli 12,2 chilogrammi e molto solido, rinforzato nelle due zone solitamente più “critiche” come il canotto di sterzo e il perno del forcellone.

La sospensione posteriore con il sistema Monocross progressivo il Rising Rave, con un forcellone in lega a sezione scatolata, collegato tramite leveraggi all’unità ammortizzante.

Il tutto per per controllare la progressività d’intervento dell’ammortizzatore posteriore, che era regolabile solo nel pre-carico della molla.

All’anteriore montava una forcella con due soli steli da 41 mm, sempre regolabili solo nel pre-carico della molla, lo si poteva fare grazie a due pomelli visibili nei tappi superiori.

Anche da ferma, su quel piedistallo al Salone di Colonia….

Fece subito intuire che fosse una moto molto desiderabile, ben fatta, disponibile con le due varianti cromatiche bianca e rossa con finiture blu e bianca e blu con finiture azzurro e oro.

La  sportività della Yamaha FZR 1000 Genesis veniva ulteriormente esaltata…

Da uno scarico singolo in alluminio dalle generose dimensioni, ruote in lega a tre razze con un disegno indovinatissimo, era ben visibile un impianto frenante importante, specie all’anteriore.

I freni anteriori, con due dischi flottanti in acciaio da 320 mm, con pinze a quattro pistoncini, posteriormente un disco singolo da 267 mm, con pinza a due pistoncini contrapposti.

Quando guardai il davanti della moto di un caro amico……

Quei due fari tondi incernierati in un bel cupolino mi piacquero, e tanto, insieme a quelle due prese d’aria poco sopra.

Il suo codone molto sportivo ed aggressivo.

Con il sellino per il passeggero coperto da una piccola carenatura asportabile.

Ma il passeggero/a non era comodissimo per via di una posizione piuttosto rialzata, sui lunghi tratti temo potesse “soffrirne”.

Una curiosità, il cavalletto era collegato al motore, se si partiva con la leva abbassata il motore si spegneva.

Il cruscotto.

Con tre strumenti circolari, a sinistra il tachimetro con contachilometri e più in alto il contagiri, e leggermente più in basso a destra l’indicatore della temperatura, il tutto incorniciato da del neoprene.

Se questa moto è si “imparentata” con la sorella più piccola, la FZ 750…

Non la si potrà mai definire una sua versione aggiornata.

La testata fu profondamente modificata, nonostante lo stesso numero di valvole, le tre di ammissione ebbero un importante aumento di diametro, 2,5 mm ciascuna.

Quelle di scarico portate a 25 mm, contro i 23, ed è stato necessario modificare l’inclinazione rispetto all’asse, con quelle di aspirazione centrale a 9° e le altre due a 17°, e le valvole di scarico erano a 13°.

Due gli alberi a camme per la distribuzione, azionati da una catena di tipo silenzioso con tendicatena automatico.

Quattro i carburatori, BD 37 della Mikuni, montati molto inclinati per permettere un riempimento più rapido.

Il blocco dei cilindri era realizzato in lega, con fusione a bassa pressione, anche i pistoni erano in lega leggera, ed ognuno aveva due segmenti di tenuta e un raschiaolio.

Albero motore in acciaio forgiato, di tipo monolitico, ruotante su cinque supporti.

Montava anche un dispositivo di iniezione ad olio (Oil Jet), capace di mantenere più stabile la temperatura del gruppo termico.

Azionato da una pompa a doppio rotore che produceva un flusso costante e continuo di olio, diretto alla zona inferiore dei pistoni, poi raffreddato da un radiatore.

L’accensione elettronica era di tipo digitale, gestita da un microprocessore.

Yamaha FZR 1000 Genesis, venduta in un mercato con concorrenti di altissimo livello.

Dalla Suzuki GSX-R 1100, la Kawasaki GPZ 1000, e la Honda CBR 1000.

Fra tutte era considerata quella più “docile” da guidare, e avendone provate io stesso tre devo dar ragione a chi lo sosteneva.

La Belgarda, importatrice Italiana del marchio Yamaha, compresa nel prezzo forniva la polizza di protezione totale YES per tre anni.

Rendendola sotto certi aspetti più competitiva rispetto alle concorrenti, pari livello e prezzo.

I prezzi di listino, chiavi in mano, erano nel 1987:

Yamaha FZR 1000 – 13.584.000. Lire

Suzuki GSX–R 1100 – 13.618.000. Lire

Kawasaki GPZ 1000 RX – 13.290.000. Lire

Yamaha FJ 1200 – 12.225.000. Lire

Honda CBR 1000 – 12.850.000. Lire

Ne “””provai””” tre, seppur non facendo molta strada

La Suzuki era quella che più mi piaceva e il suo proprietario lo capì subito, non perdendo l’occasione per tesserne ulteriormente le lodi.

La Yamaha FZR 1000 Genesis era di un ragazzo molto chiuso e schivo, non si fermò molto, andandosene quasi subito.

La Kawasaki era la moto del caro Alberto, era lui che conoscevo bene, pur bella che fosse non mi entusiasmò, specie per la posizione di guida, la trovai meno comoda rispetto alle altre due.

Quel giorno molto stranamente non c’era nessuna Honda, ed il CBR l’avrei “provato” molto volentieri. 

Scheda tecnica Yamaha FZR 1000 Genesis

MOTORE

quattro tempi, quattro i cilindri in linea frontemarcia inclinati in avanti di 45°

raffreddamento a liquido

Alesaggio e corsa 75 X 56 mm

cilindrata effettiva 989 cc

doppio albero a camme in testa con cinque valvole per cilindro

rapporto di compressione 11,2 : 1

potenza massima 135 cavalli a 10.000 giri

carburatori Mikuni BDS 37 a depressione

lubrificazione carte umido con pompa trocoidale a doppio rotore

accensione elettronica con controllo digitale anche dell’anticipo

avviamento elettrico.

MISURE

altezza max 1,215 mm – sella 775 mm – da terra 140 mm

lunghezza max 2.205 mm

RIPRESA da 60 km/h a 

70 in 1,3 secondi

80 in 2,6 secondi

100 in 4,6 secondi

120 in 6,8 secondi

140 in 9,5 secondi

160 in 12,3 secondi

180 in 14,9 secondi.

La Yamaha FZR 1000 Genesis oggi è una moto con quotazioni non elevatissime….

Considerando sempre il fatto che per me una prima serie è sempre la più interessante.

Le cifre partono da 1500 Euro arrivando a circa 4000 Euro, ne ho viste alcune con richieste economiche più alte, ma ragionevolmente considero i 4000 Euro già il tetto massimo spendibile.

Si consideri ovviamente che una moto ad un prezzo troppo basso non può sempre essere un affare, anche quando di pezzi di ricambio se ne trovano, come in questo caso. 

Di grossi problemi questa moto non mi risulta ne abbia avuti, “frequentando” siti e blog, salvo rari casi, non ricordo che ne abbia avuti di importanti.

Io fra le persone che conosco, e che ne hanno avuta una, li ho sempre sentiti molto contenti della loro moto.

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