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Lancia SE 037, il prototipo di un vero mito.

Lancia SE 037 il prototipo, con questa sigla veniva identificata l’auto che fece da base per la definitiva versione da rally, una delle più forti e vincenti di sempre.

La Lancia 037, con il suo bel vestito disegnato e realizzato dalla Pininfarina.

Questa auto voleva e doveva bissare i successi della Lancia Stratos e della Fiat 131 nei rally, e per farlo dovevano essere subito competitivi, la Fiat oltre ad averci investito molto denaro, voleva dei risultati, subito, nell’immediato.

Il luogo prescelto per presentare l’auto in versione definitiva fu il Salone di Torino del 1982, diventandone subito la regina, l’auto più vista e desiderata.

Il posteriore del prototipo, diverso rispetto a quello della versione definitiva.

Successivamente vennero prodotti 200 esemplari della Lancia 037

in pochissimo tempo, dal 1982 al 1983, il numero necessario per poter ottenere l’omologazione e correre nel Gruppo B.

Nel 1983, l’anno successivo al suo debutto, vinse il titolo costruttori, il secondo posto nel mondiale piloti con Walter Rohrl, e con Miki Biason il Campionato Europeo ed Italiano.

Ricorderei che fra le antagoniste aveva un altro mezzo mitico nel mondo dei rally, la Audi Quattro, un mostro.

Un prototipo con degli interni gia’ “definitivi”.

La Lancia SE 037, l’ultima auto da rally a due ruote motrici e motore centrale a vincere

e lo fece tanto, restando anche una delle auto più affidabili e “semplici” da riparare.

La nascita, i successi, di questa auto sono totalmente da riconoscersi a persone capaci e volitive

coloro che seppero anche far interagire la Lancia con la nuova proprietà, la Fiat, coinvolgendo anche un altro marchio recentemente acquisito e dall’illustrissimo passato sportivo, la Abarth.

Claudio Lombardi, Direttore Tecnico

Sergio Limone, il responsabile del progetto

Cesare Fiorio, il validissimo Direttore Sportivo

Giorgio Pianta, il Responsabile Qualità

Ninni Russo, Responsabile Logistico

Aurelio Lampredi Ingegnere Abarth

Pininfarina

Officine Dallara, dove venne realizzato il prototipo

Con simili protagonisti, specie la fondamentale collaborazione con la Abarth, tutto fece subito presagire un successo immediato, e penso davvero che la Fiat lo avesse intuito.

Tant’è che non lesinò nell’investire cifre iperboliche nel progetto, ricordo ancora il commento di Roberto, qui la Fiat ci ha speso più di un team di F1, molto bene.

Inizialmente, a dare il maggior spunto per la Lancia SE 037, fu il Lampredi

fu proprio lui a scegliere il modello Fiat/Lancia sul quale lavorare e porre le basi per la SE 037.

Le candidate scelte come base per la SE037 furono:

Fiat Ritmo, ipotesi scartata quasi subito, si voleva dare subito un’impronta tutta Lancia

Lancia Delta, venne presa in considerazione senza esserne così convinti

Beta Montecarlo, per quanto leggeremo in seguito parve subito la candidata più consona e pratica

L’auto da dove partire c’era già, un modello Lancia che nelle competizioni stava dando buoni risultati, specie nel Mondiale Marche, Gruppo 5, dove conquistò due titoli iridati consecutivi, nel 1980 e nel 1981.

La Beta Montecarlo Turbo, con un telaio che sembrò subito essere il più adatto da modificare.

Due telai a traliccio vennero montati sulla cellula centrale della Montecarlo, erano in solidissimo acciaio, una volta finito il bel telaio partì subito per arrivare alla Pininfarina, che gli “confezionò” quel magnifico vestito.

Il progetto vide la luce nel dicembre del 1980, soli sei mesi dopo i suoi primi disegni, fatti i primi di luglio dello stesso anno.

Appena ultimato il prototipo veniva subito testato, sulla pista dell’ex campo di volo di Corso Marche a Torino.

Pochi i difetti

L’abitacolo era troppo stretto e con una visibilità posteriore pressoché nulla.

Per poter correre, saltare, in un rally

un’auto deve essere dotata si di un telaio robustissimo, ma anche di sospensioni “adatte”, e la 037 le aveva, con un sistema a doppio braccio, dotato di molle elicoidali e ammortizzatori a gas, sul posteriore erano addirittura doppi.

Cambiando completamente quelle sino ad allora viste sulla Fiat 131 che erano McPherson, ed avvicinandosi molto a quelle in dotazione sulle monoposto da pista. 

L’auto doveva essere anche pratica, oltre che bella, la Pininfarina la dotò di due cofani in vetroresina e di una carrozzeria molto filante, capace di resistere efficacemente alle forti sollecitazioni che simili gare davano.

La Lancia SE 037 e il suo quattro cilindri in linea, di derivazione Fiat

aveva quattro valvole per cilindro, l’iniezione elettronica, e un compressore volumetrico (Volumex) sviluppato dalla Abarth.

Il Volumex

La scelta di dotarla del dispositivo creato e sviluppato dalla Abarth, credo sia stata la più importante e vincente, specie considerando il fatto che le permetteva di sviluppare tutta la sua potenza subito, anche ai regimi più bassi.

La cilindrata variò nel corso degli anni

inizialmente era di 1995 cc, portata a 2111 cc, con potenze che partivano da 260 cavalli arrivando a 305.

Una curiosità

il prototipo ebbe come primo proprietario Sergio Limone, come riportato sul suo libretto di circolazione, ed è stata completamente restaurata tra il 2013 e il 2014.

In un’asta le Lancia sono sempre fra le protagoniste

e in una di queste, tenuta da Sotheby’s, un esemplare di Lancia 037 è stata battuta, raggiungendo la ragguardevole cifra di 770.000 Euro.

Un esemplare del 1982, con soli 3500 chilometri percorsi

con una stima iniziale intorno ai 400.000 Euro, ad oggi è l’esemplare che ha raggiunto la quotazione più alta fra le 037 sino ad allora proposte.

Dalle notizie trovate anche questo prototipo è stato recentemente alienato in una importante asta, ma non ne conosco il nuovo fortunato proprietario.

Mito nei rally e nei nostri ricordi, la Lancia SE 037, il prototipo