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Veicoli multimodali vintage – particolarità

Veicoli multimodali vintage quel genere di mezzo di trasporto che poteva essere impiegato su più percorsi, sia stradali che ferroviari.

Siamo negli anni ’50 in Germania, erano mezzi impiegati quasi esclusivamente su linee secondarie e per percorsi non lunghissimi, ecco lo SchiStraBus.

  

Con una carrozzeria autoportante.

Sviluppata da un ingegnere aeronautico (Heinrich Focke) che sviluppò due prototipi prima del modello definitivo.

Dalle foto si noteranno le aperture laterali presenti su entrambe i lati, facendo assomigliare molto il veicolo ad un vagone ferroviario per passeggeri.

Dotato di freno d’emergenza azionabile tramite una leva, era dotato anche di gradini estraibili indispensabili vista l’altezza variata dopo aver montati i due carrelli ferroviari.

I posti a sedere disponibili erano di 43 con massimo 24 passeggeri in piedi.

Ne vennero prodotti 50 esemplari della “corriera”, con soli 15 realmente impiegati in modalità bimodale.

Per circolare su rotaie venivano agganciati tramite dei martinetti idraulici a due carrelli biassali, uno davanti ed uno sul posteriore, la trazione era comunque tutta sul posteriore.

Veicoli multimodali vintage, i 15 mezzi vennero impiegati sino al 1967.

L’ultimo ed unico esemplare rimasto finì (fortunatamente) in un museo a Norimberga, per poi essere completamente restaurato e sistemato nel museo di Bochum.

Da li ogni tanto esce per percorrere pochi chilometri su delle rotaie e poter continuare a far bella mostra di se, nel video qui sotto una delle “uscite”.

Per poter spingere l’intera massa del veicolo specie su percorsi ferrati il motore doveva essere “adatto”.

Era un sei cilindri da 120 cavalli Klockner-Humboldt-Deutz, i carrelli ferroviari erano invece prodotti da Waggon-und Maschinenbau GMBH di Donauworth.

Veicoli multimodali vintage, una curiosità.

Inizialmente aveva una doppia omologazione, con due autisti uno ferroviario ed uno stradale, sino a quando non vennero preparati per poterlo condurre su entrambe i percorsi.

La trazione era posteriore, veniva “trasferita” sul carrello ferroviario montato posteriormente.

Uno di quei classici casi in cui le considerazioni su un certo mezzo di locomozione può creare dubbi.

Io sono convinto che se oggi; in alcune zone con certe caratteristiche; un mezzo simile venisse impiegato di risultati positivi ve ne sarebbero.

Penso ad un pullman che non potendo circolare “agevolmente” in città o zone trafficate, potrebbe utilizzare il percorso di un tram ne avremmo tutti dei vantaggi.

Potrebbe far ripartire alcune stazioncine dismesse o quasi, un nuovo servizio per un numero di persone che altrimenti non lo utilizzerebbero.

Se alcuni paesi come il Giappone.

Noto per problemi di traffico e sempre capace di adottare soluzioni moderne e “pratiche”, nel 2006 studiò un modello con caratteristiche molto vicine, ed a svilupparlo e produrlo fu la toyota qualcosa forse…….

Particolarità.

In questa foto si nota come variasse l’altezza della corriera una volta montati i due carrelli ferroviari.