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Motomondiale 250 cc 1988.

Motomondiale 250 cc 1988.

E rieccoci qui, sempre con il Motomondiale del 1988 ma stavolta con la classe 250 cc., sempre cinque le moto di oggi ma stavolta con tre marchi Italiani.

Honda 250 cc. NSR.

Honda NSR 250 cc. Motomondiale 250 cc 1988.

Dominò in lungo ed in largo quell’anno, con una netta supremazia nei confronti della sua più diretta concorrente la Yamaha, grazie soprattutto ad una accelerazione sensibilmente migliore.

Rispetto alla sorella che correva nella classe regina….

Si dimostrò più affidabile e maggiormente fruibile, tanto da invertire l’altra classifica e vedere “stavolta” quattro Honda e una sola Yamaha fra le prime cinque posizioni.

Yamaha YZR 250 cc.

Yamaha YZR 250 cc. Motomondiale 250 cc 1988.

Con Juan Garriga fra i suoi piloti, quello che dimostrò una maggiore continuità nei risultati, con una moto che ebbe sin da subito grossi problemi di carburazione, risolti solo dopo la loro sostituzione.

A difettarle fu anche la potenza.

Cosa evidentissima sui rettilinei quando aveva contro una Honda.

Aprilia 250 cc. AF 1

Aprilia AF1 250 cc. Motomondiale 250 cc 1988.

Ne 1987; l’anno precedente; mi illuse facendomi pensare che potesse essere competitiva, cosa che nel 1988 sembrò essere svanita.

Una certa penuria di risultati, con il suo Pilota Loris Reggiani che cercò di controbattere al meglio e nonostante lui stesso non fosse stato “fortunato”.

Una moto ed un team comunque “quasi all’esordio”.

In una classe dove anche in quegli anni a dominare erano le case nipponiche, certo che se la casa madre si fosse concentrata su un unico team magari……

Garelli 250 cc.

Garelli 250 cc. Motomondiale 250 cc 1988.

Una moto “nata di fretta”, con un progetto pensato e sviluppato in pochissimo tempo, con Paolo Casoli fra i piloti.

Tecnicamente la ricorderemo per il suo motore stretto, il telaio monoscocca, l’essere una moto “bassa”, tutte cose pensate da Jan Thiel un autentico genio del settore in quegli anni.

Per molti la maggior parte delle colpe…….

Era da imputare ai piloti (specie i due precedenti), quelli che spesso venivano definiti inesperti o poco capaci nel collaudare una moto da GP ed io ancora oggi non so se e quanto lo fossero, mi dispiace solamente che non abbia dati i risultati sperati.

Gazzaniga 250 cc motore Rotax.

Gazzaniga 250 cc. Motomondiale 250 cc 1988.

Una moto completamente artigianale e spinta da un motore Rotax, il suo pilota più “forte” Maurizio Vitali ex Garelli.

Una moto che riuscì ad andare a punti quattro volte.

Con un decimo posto come miglior piazzamento, con 12 punti finali in classifica e il ventiseiesimo posto fra i piloti.

La classifica finale:

Sito Pons su Honda punti 231

Juan Garriga su Yamaha punti 221

Jacques Cornu su Honda punti 166

Dominique Sarron su Honda punti 158.

La classe 250 cc in quegli anni godeva della stessa considerazione avuta dalla 500 cc..

Altrettanto ricordo che per un lungo periodo nella stessa a dominare fosse la Honda, con una moto che era sicuramente più veloce rispetto alla Yamaha e al resto delle concorrenti.

Alla fine il duello risultò essere solo fra le due, così come anche fra i piloti, anche quando Pons sembrava poter oscurare tutto e tutti.

In quell’anno non gli fu così facile vincere, “grazie” ad un Garriga (suo connazionale) che seppe metterci parecchio del suo, e nonostante una evidente inferiorità della Sua Yamaha.

Dieci soli punti di distacco nella classifica finale, ricordandoci anche che fra i piloti ve ne fossero altri di capaci, gli stessi che non potevano sempre contare su una moto “ufficiale”.

Sesto – Luca Cadalora,  (Campione del mondo Classe 125 cc 1986).

Su Yamaha punti 136 con quattro ritiri, era nel Team Agostini che (seppur privato) era fra i più vicini in tutto e per tutto alla Yamaha, e con un munifico sponsor come la Marlboro.

Tredicesimo – Loris Reggiani.

Forse fra i piloti più “iconici” della Aprilia, punti 44 e con sette ritiri, cosa che portò il pilota a rompere con la casa di Noale e farsi ingolosire dalla Honda, con il risultato che sappiamo.

Diciannovesimo – John Kocinski.

Con una Yamaha semi-privata (Wild Card) punti 24 e poche gare concluse, un pilota in cui a crederci molto c’erano la stessa Yamaha e Kenny Roberts.

Motomondiale vintage.