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Pegaso Bacalao – bisarche coperte vintage.

Pegaso Bacalao.

Per me da appassionato.

il poterti proporre un mezzo simile ha senza alcun dubbio il suo gran bel perché, una bisarca per l’assistenza corse con delle linee che per l’epoca definire futuristiche.

Forse oggi è più noto fra gli appassionati di modellismo, qui appunto un’altra bella riproduzione in scala.

Fu spesso utilizzato anche come mezzo per promuovere attività (più o meno) locali.

Il suo vero “scopo” quello di essere una bisarca sufficientemente capace ed attrezzata.

           

Un modello unico, ma questa volta utilizzato.

Fatto circolare sulle strade per una quindicina d’anni e poco oltre, per chi frequentava certe competizioni diventò quasi una abitudine il vederlo.

Ed io su uno dei miei libri con chi mi ha preceduto scrivere che non fosse certo che ne avessero costruito uno solo ma secondo alcune „voci“ anche un secondo, che pare fosse quello impiegabile nel caso in cui il primo avesse avute noie meccaniche.

Pegaso Bacalao, un soprannome datogli dagli operai della Pegaso dello stabilimento La Sagrera a Barcellona.

La base un autobus Z 401.

Era lungo 11 metri 3,50 l’altezza e 2,50 la larghezza.

Aprendo l’ampio vano posteriore era possibile far entrare un’auto, circondata da scaffalature ben ordinate e dove avremmo trovati pezzi di ricambio ed attrezzi vari, tutti quelli che un’altra officina mobile poteva contenere.

Bellissimo il suo “muso”.

La sua prima versione (1953) era bianca, il motore a benzina da 145 cavalli sostituito quasi subito con un diesel sei cilindri da 140.

L’azzurro arrivò nel 1957 quando la ENASA decise che quel suo mezzo dovesse iniziare a circolare con targhe definitive, visto che sino ad allora ne aveva sempre montate di provvisorie.

Cambiò ancora il colore con un azzurro e l’unica parte rimasta in bianco rimase il suo soffitto, mentre le parti più basse erano di un blu leggermente più scuro rispetto al resto del corpo, che poi sarebbe la versione che vediamo più frequentemente riprodotta da modellini in scala, alcuni anche qui presenti nelle foto.

Questa la sua prima versione, completamente bianca, la foto è datata e il colore non nitidissimo lo so.

Mezzo d’assistenza.

Solo nel 1964 arrivò la sua colorazione definitiva.

Un blu scuro e lo dotarono di nuovi specchietti retrovisori ed una nuova coppia di fari montati all’anteriore.

Ovviamente credo vada ricordata fra le bisarche più particolari e belle quella della Lancia che ho proposto in precedenza, ti lascio anche quello espressamente dedicato alle bisarche dove credo potrai trovarne di bellissime.

Massima la visibilità per l’autista.

Pegaso Bacalao,  con un posto guida centrale.

Davanti all’autista un’ampia vetratura che gli consentiva di vedere bene la strada e quanto lo circondava, cosa oltremodo comoda viste le sue dimensioni.

Con il passare degli anni e partendo soprattutto dal 1957 divenne un mezzo promozionale, lo stesso che la casa spagnola impiegava in varie manifestazioni dalla 24 Ore di Le Mans alle gare ciclistiche (1955)peraltro in alcune di quelle manifestazioni funse anche da mezzo promozionale per alcune attività delle zone in cui „girava“, ristoranti degli hotel ed arrivando ad altre sponsorizzazioni di vario genere.

Arrivò anche in Italia, a Torino in occasione del Rally Vecchio Piemonte, dove stupì tutti oltre ai fortunati proprietari di auto d’epoca che partecipavano a quella competizione.

 

Pegaso Bacalao, nel 1968 divenne il mezzo assistenza ufficiale per una Squadra Corse Nazionale la CS Calvo Sotelo.

Con le Lola 100 ed i piloti Jorge de Bragation e Alex Soler, ma tutto quel girovagare e presenziare a vari eventi aveva portato il suo contachilometri a raggiungere la ragguardevole cifra di oltre un milione di chilometri, iniziavano a sentire gli effetti degli anni sia sulla meccanica che la carrozzeria.

Decisero di mandarlo in pensione.

Rimase fermo nel piazzale esterno dello stabilimento da dove uscì per poi; mestamente; essere destinato alla demolizione pochi anni dopo (1970)io lo avrei sistemato e messo a far bella mostra di se in un museo, se lo sarebbe meritato, tu che dici??????

Bisarche coperte e vintage.