DannataVintage.com

I tagliandi vintage – officine anni 70 e 80

unI tagliandi vintage.

Ricordo piuttosto bene quando andavo con mio padre.

Capitava spesso che mi fermassi in concessionaria, senza ovviamente dare fastidio, le norme sulla sicurezza erano ben lontane da quelle che conosciamo oggi, la logica però (e per fortuna) c’era sempre.

I tagliandi vintage, ma perché oggi ci scrive qualcosa, cosa avranno mai di così speciale ????

Non dico ne penso che andare a fare il tagliando fosse un evento 😉 😉 , era comunque diverso da quanto accade oggi, 😉 😉 premetto subito che su quello sono sempre stato un pelino spaccaballe.

Che materiali usassero e specie il tipo di olio, non che preferisca una particolare annata come faremmo con un buon vino 😉 , non ho mai fatto un rabbocco con un olio diverso da quello che le case mi consigliavano e mai credo che lo farò.

Va bhe 😉 fatta questa premessa più o meno determinante veniamo a noi.

Ero un piccolo pignoletti, loro per fortuna sapevano che fossi mosso dalla passione e bonariamente mi hanno sempre dimostrate una certa cortesia e pazienza, il babbo spesso mi lanciava occhiatine ed immagino lo facesse per evitare che il conto sul tagliando potesse lievitare troppo.

Solo una volta mi hanno permesso di assistere, facendomi indossare una tuta da officina ufficiale Alfa Romeo.

Ci stavo dentro due o tre volte ma vuoi mettere la goduria che provai, sollevata la Alfasud TI subito un breve giro per dare una prima occhiatina che sotto tutto fosse a posto, io gli stavo dietro tenendo esattamente il passo.

Mi fece vedere il sistema frenante posteriore spiegandomi doviziosamente che fosse molto meno „“facile““ il cambio delle pastiglie rispetto a molte altre auto.

Capitò spesso di vedere vecchi bidoncini, magari quelli della candeggina, riadattati per un nuovo uso.

I tagliandi vintage, arriviamo sotto la coppa dell’olio, non prima di aver preso una capiente bacinella sollevata da terra.

Con una chiave tolse il tappo ed iniziò a scendere l’olio vecchio, facendolo sgocciolare bene riprese a controllare da sotto l’Alfasud, le sospensioni facevano rumore (specie dopo aver piovuto), ci fermiamo su quelle anteriori e mi fece vedere che in alcune parti fossero ammalorate.

Vieni con me andiamo nel magazzino ricambi.

Entrai in quella stanza, con una luce data da quella che ricordo come una finestrina troppo piccola per essere efficace, accese quasi subito i lunghi neon iniziando a cercare su una montagna di scatole e scatoline, tutte con il logo Alfa Romeo.

Ben impilate su scaffali che non vedevano uno straccio da tempo immemore.

Ma lui sapeva dove cercare, senza perdere troppo tempo ne prese alcune, una grande che si mise sotto l’ascella, un paio d’altre e una piccolissima le diede a me, sorridendo chiedendomi se riuscissi a tenerle, gli risposi siiiii, assolutamente.

I tagliandi vintage, torniamo in officina che c’è da lavorare, la cosa ricordo che mi aveva gasato e non poco.

Prese un carrello metallico su ruote, parecchio sbilenco visti i suoi anni e il tanto utilizzo, ci appoggiò sopra le scatole ed iniziando a tirar fuori i pezzi, mi affidò un compito dovevo mettere del grasso sulle viti e vitine presenti nel contenitore che mi aveva affidato.

Lo faccio mettendoci troppa lena, esagerando con l’elargizione, ne avevo preso troppo da quel barattolone che mi aveva appoggiato vicino.

Iniziarono a smontare dicendomi di stare lontano.

Io senza indugiare essendo loro ospite mi spostai subito, sistemate le sospensioni controllammo le pastiglie dei freni che sembrarono ancora buone, forse quasi indurite ma comunque ancora efficaci.

I tagliandi vintage, abbassiamo l’auto, prima andando su un vicino scaffale e presi i barattoli dell’olio specifico per l’Alfasud.

Dalla tasca della tuta estrasse uno straccio, dopo aver fatto scendere l’asta verificò che la dose fosse corretta per poi rimetterci il tappo.

 

Vieni andiamo a fare un giro, la proviamo così vediamo se tutto è a posto.

Salgo sul sedile posteriore e partiamo, capisco subito che sapeva guidare e parecchio bene, in alcune strade poco trafficate insiste con l’acceleratore facendo anche alcune brusche partenze da fermo, saremo stati fuori per una buona mezz’ora.

Tornati in officina iniziava a compilare una scheda, annotandoci tutto quello fatto, per poi darmelo ed invitarmi a portarlo alla signorina in ufficio, cosa che faccio senza proferir parola.

Bussai prima di entrare e salutando la signorina.

Ciao bello vieni dentro vuoi una caramella ????

Si grazie, la mangio mentre Lei si mette a far da conto, compilando un foglio prestampato dove segnò prezzi e pezzi parlando ad alta voce, come se volesse farmelo sapere.

 

I tagliandi vintage, sai a che ora arriva il babbo ???

Di solito passa dopo un’oretta, un’oretta e mezza, va bene grazie lo aspettiamo insieme o forse vuoi andare nel salone a vedere le auto nuove ???

Siiiiiii, molto volentieri sa che mi piace tantissimo farlo.

Fatto il giro nel salone decido di andare fuori a vedere le auto usate in vendita, ricordo un’altra Alfasud bianca, tenuta benissimo, messa in vendita pochissimo tempo dopo averla acquistata.

Ancora oggi quando vado a fare il tagliando alle mie auto faccio sempre il giro delle auto usate da vendere, la cosa è per me una abitudine sin da quando ero molto piccolo.

I tagliandi vintage, arrivò mio padre che salutatomi entrava in ufficio per saldare il conto.

Staccava un assegno ringraziando la signorina, nel frattempo sopraggiunse il capofficina per salutarlo come sempre capitava.

Gli spiegò i lavori eseguiti, specificando che per alcune parti fosse stato necessario un cambio, mio padre ascoltava senza proferir parola, 😉 😉 oramai aveva pagato e si fidava di quell’officina, sapeva che oltre a lavorare bene avessero sempre fatto solo il necessario.

Presa l’auto mi chiese se mi fossi divertito.

Hai dato fastidio ????  Visto il mio entusiasmo e smania ci sorrise sopra.

Gli raccontai per filo e per segno quanto tu hai letto, con maggior dovizia di particolari e con quella che ricordo come una certa enfasi, raggiungevamo subito la mamma che ci stava aspettando in paese dopo una commissione, incontrandoci al bar Bosio dove ci aspettava con gli zii.

Bevuto un succo di frutta andai a fare un giro sotto i portici, passando per la cartoleria la cui figlia era in classe con me, sapendo magari di poterci trovare dei francobolli da poter aggiungere alla mia collezione.

Finito loro di parlare ed io di camminare, tornammo a prendere la nostra Alfasud.

Si era fatta una certa ora e dovevamo tornare a casa, sedutomi sul sedile posteriore trovai una scatolina, quella delle viti dall’officina, la aprii trocandoci dentro un modellino, quella fu per me una gran bella giornata.

Officine vintage.