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Piccole case inglesi – British Cars.

Piccole case inglesi.

 

Oggi vorrei proporTi qualcosa di diverso, però seguendo sempre una mia grande passione.

 

Auto inglesi e tre case,  un numero che ritengo congruo visto che vorrei riproporre la cosa pur volendo vedere prima come vada.

Piccole case inglesi – ARGYLL Turbo Cars LtD.

 

Minnow House – Lochgilphead – Stracthclyde – GB.

fondata nel 1899 e proseguita a fasi alterne sino al 1990.

Ricordabile per i tipi e la qualità di auto costruite,  implementò subito uno specifico reparto per il marketing e le pubbliche relazioni, nei primissimi anni del ‘900 montavano un freno su ciascuna ruota, la prima supercar made in Scotland.

 

Una kit car con un prezzo piuttosto elevato, la Turbo GT.

Con una carrozzeria in vetroresina, quattro i posti omologati, fra le sue principali peculiarità un telaio tubolare a tralicci con struttura a gabbia, visibile anche dall’abitacolo.

Il motore.

Poteva essere lo stesso che montavano una Renault 25 o una Lancia Thema, un sei cilindri a v di 2849 cc. aspirato con 150 cavalli, era opzionabile anche un altro motore ma di derivazione Rover, quello montato sulla Vitesse, sempre un V6 ma di 3528 cc ed una potenza massima di 196 cavalli turbo.

Montava un cambio a 4 o 5 velocità manuale (con l’automatico frag li optional), un differenziale autobloccante e la trazione posteriore.

 

Sospensioni indipendenti, i freni e le dotazioni di serie e non.

Con doppi bracci a trapezio trasversali e molle elicoidali, gli ammortizzatori telescopici idraulici e barre stabilizzatrici, a disco i soli freni anteriori, quelli posteriori fra gli optional essendo a tamburo di serie, fra l’equipaggiamento sempre non di serie ma disponibile l‘aria condizionata e il servosterzo.

Dimensionalmente.

Lunghezza 4,64 mt. – larghezza 1,82 mt. – alta 1,21 mt. – passo 2,98 mt.

Piccole case inglesi – BRISTOL Cars LtD.

 

Kensington Hight Street – London – GB.

Fondata da Sir George White con una storia che partì dai tram elettrici (1898),  lo stesso che fece costruire una fabbrica nella città di Bristol nel 1908 e sempre lì nello stesso anno implementò il trasporto pubblico con l’introduzione di alcuni taxi, era senza alcun dubbio una persona molto intraprendente, visto che diversificò ulteriormente la sua attività con la produzione di aerei nel 1910 (Bristol Airplane Company), molti dei quali furono utilizzati dall’esercito inglese nel conflitto bellico che arrivò di li a poco.

La produzione automobilistica iniziò nell’immediato dopoguerra (1947).

Periodo in cui il nipote del fondatore George SM White decise di diversificare l’attività dell’azienda di famiglia, oggi ho scelto la Bristol Beaufort Turbocharged Drophead Coupé disegnata dalla Carrozzeria Zagato.

Il motore un Chrysler e la carrozzeria in alluminio.

Otto cilindri a V, alesaggio e corsa 101,60 X 90.93 – cilindrata effettiva 5898 cc. – monoblocco e testa in ghisa, due valvole per cilindro, trazione posteriore, cambio automatico con convertitore a tre rapporti, turbocompressore Roto Master.

Cabriolet con due portiere e quattro posti.

Corpo vettura in alluminio ed alcuni elementi in acciaio, telaio a longheroni e traverse in acciaio.

In alcune sue parti ricorda una Lancia Beta Coupé, specie qui sul posteriore.

Sospensioni e freni.

A ruote indipendenti sull’avantreno, con bracci trasversali e molle elicoidali – dietro ad assale rigido e barra di torsione trasversale, gli ammortizzatori tutti idraulici con taratura regolabile, tutti a disco i freni.

Dimensionalmente, il peso e la velocità.

Lunga 4,94 mt. – larga 1,765 mt. – alta 1,435 mt. – passo 2,895 mt. – 1746 chilogrammi a vuoto, velocità massima  240 km/h.

Cruscotto tipicamente inglese, con un largo uso di legni.

 

Pur essendo un’auto del 1984 ha linee che richiamano auto decisamente meno recenti, molto piacevole.

Piccole case inglesi – Ronart Cars.

102 dunsberry Bretton – Peterborought  – GB, fondata nel 1984 per soddisfare le richieste di facoltosi clienti che volevano un’auto su misura, l’auto di oggi venne pensata nel 1981 e fu la prima ad essere costruita tre anni dopo.

Nettissimo il richiamo alle auto da gran premio degli anni 40 e primissimi 50.

Con una produzione molto contenuta (visto anche il prezzo di listino), questa auto ha resistito sino ai giorni nostri essendo ancora disponibile sul listino della casa e nonostante negli anni abbia proposto auto ben più “moderne”.

La W152 del 1986, una vettura disponibile in un unico allestimento e con tre motorizzazioni.

Con un motore Jaguar a sei cilindri in linea di 3590 cc, rapporto di compressione 9.6:1, potenza massima 224 CV, monoblocco e testa in lega leggera, quattro le valvole per cilindro, due assi a camme in testa con catena, alimentazione con iniezione elettronica.

 

Rimasta in produzione senza troppi stravolgimenti estetici, mantenne le sue linee cambiando “solo” i motori con il passare degli anni.

 

Carrozzeria aperta in lamiera d’acciaio.

Due i posti e le porte, scocca portante in lamiera d’acciaio, posteriore la trazione, monoblocco a secco la frizione, cambio a cinque rapporti sincronizzati, scocca portante in lamiera d’acciaio.

Sospensioni e freni.

Davanti a ruote indipendenti con bracci trasversali e molle elicoidali, dietro sempre indipendenti ma con braccio trasversale e doppia molla elicoidale, gli ammortizzatori tutti idraulici, freni anteriori a disco autoventilanti sempre a disco anche i posteriori.

Dimensionalmente, il peso e la velocità.

Lunga 4,765 mt. – larga 1,793 mt – alta 1,261 mt – passo 2,591 mt. – peso 1660 chilogrammi in ordine di marcia, velocità massima di 225 km/h.

Piccole case inglesi, senza volerne necessariamente preferire nessuna.

Ognuna di loro ha delle caratteristiche che possono distinguerle non solo fra di loro tre, sono tutti marchi in cui la lavorazione di molti materiali era fatta quasi esclusivamente artigianalmente, dove di battilastra non penso ne mancassero, visti i costi proibitivi per case così „piccole“ i motori erano tutti di altrui provenienza.

Forse in questo la più „inglese“ è l’ultima visto che nonostante ne prevedesse tre diversi per quel suo modello, fossero tutti motori Jaguar.

British Cars.