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Goggomobil Dart – microcar australiane.

Goggomobil Dart.

Ben fatto anche il posteriore di questa piccola auto, con una bella griglia con inserti cromati per il raffreddamento del piccolo propulsore.

Seguendo una mia abitudine iniziata da almeno due anni.

Con un esemplare che arriva dalla Australia, da un’idea di Bill Buckle che aveva una concessionaria d’auto a Sydney dove già vendeva qualcuna delle piccolissime auto prodotte dall’azienda tedesca, ma volle approntarne una versione diversa.

Fu mantenuto il simbolo della piccola casa tedesca.

Il simbolo realizzato dal concessionario australiano.

La targhetta con l’indicazione del produttore della carrozzeria.

Un motore di provenienza motociclistica, uno scooter, che era alimentato a miscela.

Si accordò con la dirigenza dell’azienda tedesca andando a Dingolfling (Baviera).

Visto che aveva assolutamente bisogno di poter ordinare le parti necessarie (telaio e motore) per allestire la sua versione, visto che di grandi macchinari non ne aveva, ma facendosi forza sulla sua precedente esperienza nella progettazione e realizzazione di carrozzerie in fibra di vetro.

Uno dei verdi disponibili nella gamma colori.

Nera, un colore che da quanto ho letto non fu diffusissimo.

Fece così arrivare il numero necessario di telai e motori, montandoci poi le carrozzerie da lui realizzate.

Inizialmente senza nemmeno dotarle di portiere, visti l’altezza da terra e i tempi inizialmente da lui considerati troppo stretti, solo successivamente inserì fra gli optional una piccola portiera ma solo per il lato guida,  era lunga tre metri, larga 1,3 e con un peso di 345 chilogrammi, quella che a molti sembrò subito una macchinina a pedali ma più grande.

Un cruscotto sicuramente essenziale ma che mi piace specie considerando il tipo di auto.

 

Il piccolo motore posizionato posteriormente, davanti sotto il cofano un piccolo portabagagli.

Goggomobil Dart, inizialmente montò posteriormente un motore da 300 cc.

Sostituendolo quasi subito con un altro da 400 cc e con il motore più “grande” la sua microcar riusciva a raggiungere addirittura i 100 km/h, il parabrezza anteriore in un pezzo unico era il vetro posteriore che in quegli anni avremmo visto su un’altra auto, la Renault Dauphine.

Quella concessionaria aperta da suo padre nel 1927.

Oltre appunto alle Goggomobil vendeva i marchi fra i più importanti del periodo come Triumph, Talbot e Citroen, per citarne solo i più noti e venduti, marchi che inizialmente scelse suo padre e in tempi successivi lui incrementò, diventando una delle concessionarie più vendenti dell’isola continentale.

Per spingere quella sua versione speciale non lesinò in investimenti pubblicitari, sia sulla carta stampata che con spot televisivi.

 

 

 

Goggomobil Dart, i suoi sforzi sia economici che imprenditoriali gli permisero di vendere complessivamente (circa) settecento esemplari.

Un discreto numero che credo renda bene l’idea su quali che fossero le sue capacità ed intuizioni, visto che riuscì a proporre un suo modello a prezzi competitivi importando solo i telai ed i motori, “scavalcando” le alte tasse sulle importazioni stabilite allora dal governo australiano, ad oggi pare ne siano sopravvissute una cinquantina facendola divenire una fra le microcar più cercate e con quotazioni mediamente alte.

La Goggomobil Dart e la sua manovrabilità.

Con delle ruote piccole ed un buon raggio di sterzata, capace di soddisfare la forte domanda di microcar, con una carrozzeria più facilmente riparabile e resistente, così leggera che dal poter essere girata sollevandola.

Una primissima versione dove la proprietaria come si vede nella foto doveva scalvarne il fianco per poter salire.

Goggomobil Dart e l’arrivo della Morris Mini Minor.

Il successo delle microcar ebbe un sonoro stop, erano troppe le differenze in spazio allestimento e comodità, il cliente medio voleva si un’auto piccola che poteva comunque acquistare viste le tasse, ma con degli interni più comodi, un cruscotto più completo ed un vero tetto sulla testa.

Mercoledì ed ancora una microcar.