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Si correva –  uomini ed auto sulle piste.

Si correva.

Tutto il materiale ivi presente arriva dalla mia biblioteca personale, senza foto o che altro provenienti dalla rete se non i necessari LINK, Ti ringrazio.

 Si correva, oggi desidero proporTi una carrellata di fotografie.

Quelle di alcune auto impiegate su un circuito in anni non recentissimi e che io ricordo per una buona serie di motivi, con dei piloti che sono rimasti nella memoria di molti di noi, avrei voluto metterne tanti altri non volendo far torto a nessuno, ma magari lo farò una prossima volta. 

Spero possano piacerTi come fanno da tempo a me.

Vincenzo Lancia sulla Fiat 100 HP, un esemplare da corsa del 1905 con quattro cilindri, 16.286 Cc, 100 i cavalli di potenza – con lui il fidatissimo meccanico personale Pietro Bordino.

Senza assolutamente volermi dimenticare di quei piloti (prima parte le altre poco sotto ed a seguire).

Gli stessi che in quegli anni guidavano delle auto che ad oggi ci possono (sicuramente) sembrare totalmente prive di un qualsiasi sistema di sicurezza e difficili da guidare, quegli uomini, quei piloti, le guidavano e facendolo con una certa dose in coraggio e temerarietà.

Felice Nazzaro (Monteu da Po, 29 gennaio 1881 – Torino, 21 marzo 1940) – considerato un maestro, colui che iniziò a far capire cosa fosse la tecnica nel guidare.

 

Si correva, Vincenzo Lancia (Fobello, 24 agosto 1881 – Torino, 15 febbraio 1937) – fu un ottimo pilota prima di diventare l’imprenditore che fondò uno dei migliori marchi automobilistici.

 

Pietro Bordino (Torino, 22 novembre 1887 – Alessandria, 15 aprile 1928) l’ex meccanico di Vincenzo Lancia, correva per la FIAT.

 

Francia nel 1922 per il Gran Premio dell’A.C. francese, l’auto una FIAT e il pilota Pietro Bordino che in quell’occasione fece il giro più veloce sulla sua 804 a sei cilindri 1991 Cc da 112 cavalli a 5000 giri.

 

Una Alfa Romeo P 1 con alla guida Antonio Ascari poco prima della partenza del Gran Premio d’Europa a Monza del 1923, disegnata da Jano Vittorio e dotata di un motore sei cilindri due litri e compressore, 118 i cavalli a 5.000 giri minuto.

 

Si correva, sempre una Fiat ma la 806 in un disegno realizzato dal pittore Codognato, era una dodici cilindri su due file affiancate guidata da Bordino che nel GP di Monza del 1927 vinse nella categoria “vetturette”.

 

Spa Francorchamps (GP d’Europa) nel 1925, l’auto una Alfa Romeo P2 con un team formato da piloti del calibro di Ascari e Campari.

Parte due, quei piloti e le loro auto.

Giuseppe Campari (Lodi, 8 giugno 1892 – Monza, 10 settembre 1933), pilota che in molti affiancano subito ad un certo marchio, la Alfa Romeo e con una vettura del Biscione perì durante il GP di Monza 1933.

 

1930 Gran Premio di Monza con una splendida Maserati 2500 Cc otto cilindri, a destra ,Achille Varzi mentre osserva quell’auto che da lui condotta vincerà la gara pochi giorni di li a poco.

 

Achille Varzi (Galliate, 8 agosto 1904 – Bremgarten bei Bern, 1º luglio 1948) in quegli anni il pilota che tutti i team volevano, condusse Alfa Romeo, Maserati, Bugatti e Auto Union.

Nel 1935 in aprile, un’Alfa Romeo straordinaria.

La Bimotore, l’auto che condotta dal mitico Tazio Nuvolari raggiunse la sbalorditiva velocità massima di 338 km/h, dotata di due otto cilindri uno sull’anteriore e l’altro a tergo, con una cilindrata totale di 6.330 Cc, la potenza di 540 cavalli, ed un peso totale di 1030 chilogrammi (nella foto qui sotto).

 

 

 

 

Il Mantovano volante Tazio Nuvolari (Castel d’Ario, 16 novembre 1892 – Mantova, 11 agosto 1953), penso fra i più indimenticabili e ricordabili piloti di tutti i tempi.

 

Le auto tedesche furono pressochè invincibili per un certo lasso di tempo.

Due i marchi, la Mercedes e la Auto Union (oggi Audi).

Otto cilindri in linea 5800 Cc sovralimentato, con una potenza massima di 640 cavalli a 5800 g/m per questa Mercedes da corsa tipo 1937.

 

Si correva, 16 cilindri e 3.000 Cc per questa Alfa Romeo ed con una potenza di 440 cavalli, permise alla casa italiana di controbattere in molte occasioni allo strapotere delle auto teutoniche pari periodo – 1938-1940.

 

Otto cilindri e 3.000 Cc con compressore per questa Maserati del 1939, con Wilbur Shaw vinse per due anni consecutivi (1939 e 1940) la 500 Miglia di Indianapolis.

 

Si correva, ed eccoci arrivati agli anni ’40.

Da un’idea di Pietro Dusio che pensò a questa bellissima ed altrettanto “semplice” Cisitalia del 1946, fu un’auto molto importante per quei piloti professionisti ed amatoriali che vollero ricominciare a correre il prima possibile e cercando di ridurre al minimo i costi, vistane anche una certa affidabilità.

Cisitalia del 1946.

Si correva, stupenda questa Lancia Carrera, che con alla guida il mitico Fangio vinse nel 1954 la Carrera Panamericana, una importante gara a tappe – sei cilindri a V 60 gradi, 3.100 Cc, 235 i cavalli, l’anno dopo (una vettura da questa derivata) con alla guida Alberto Ascari vinse la 21° Mille Miglia.

 

Juan Manuel Fangio (Balcarce, 24 giugno 1911 – Buenos Aires, 17 luglio 1995), il cinque volte campione del mondo, con un record durato per molti anni.

Si correva, Lancia Formula 1 del 1955 progettata da Vittorio Jano.

Con un motore otto cilindri a V, 2.500 Cc, 264 i cavalli a 8.500 giri minuto, con Alberto Ascari vinse quell’anno i GP di Torino, Napoli, con una lunga serie di vittorie possibili se non fosse che il grande pilota come noto perì in un incidente, la vettura con i due serbatoi laterali venne così ceduta alla Ferrari.

Lancia Formula 1 del 1955.

 

Alberto Ascari, (Milano, 13 luglio 1918 – Monza, 26 maggio 1955), due volte Campione del Mondo nel 52 e nel 1953, perì a Monza mentre era alla guida della sua Ferrari.

 

La gara più bella del mondo.

La nostra Mille Miglia che venne repentinamente interrotta dopo il susseguirsi di troppi incidenti con alcuni che videro perire dei piloti.

Piazza Vittoria della mia amatissima Brescia, durante le operazioni di controllo sulle auto poco prima di partire per la Mille Miglia del 1957, qui la Ferrari guidata da Peter Collins.

 

1957 con una Ferrari Formula I, dotata di un otto cilindri a V 2492 Cc, 280 cavalli a 9.000 giri. i piloti della Scuderia  erano Luigi Musso-Peter Collins-Mike Hawthorn-Wolfgang Von Trips, quando in quel periodo a vincere e dominare la maggior parte delle gare era Fangio con la sua Maserati.

 

1961 con due Ferrari, a sinistra la 246 P con un sei cilindri a V 2500 Cc 270 cavalli montato posteriormente ed impiegata nelle competizioni per Vetture Sport – l’altra una monoposto per la Formula 1 con un motore Dino 146 sei cilindri a V di 65 gradi,  1500 Cc 180 i cavalli.

 

1962 con questa bellissima ATS Formula 1,motore 8V 1494 Cc, 190 cavalli a 11.000 giri ed un peso a secco di 492 chilogrammi.

 

La BRM con alla guida Richie Ginther nel 1962 durante il GP di Monaco, motore otto cilindri a V, 195 cavalli a 9.500 giri minuto, iniezione indiretta, questa vettura fu guidata anche da Graham Hill e i due piloti al GP d’Italia si piazzarono primo e secondo.

 

Quei piloti, stavano cambiando le auto.

John Surtees alla guida di una Ferrari prima di affrontare la Curva del Tabaccaio al GP di Monaco del 1963, era la sua prima gara su una auto dopo aver abbandonato le moto da campione del mondo, motore sei cilindri a V 120°, 1476 Cc e 210 cavalli a 10.200 la potenza, iniezione indiretta.

 

John Surtees (Tatsfield, 11 febbraio 1934 – Londra, 10 marzo 2017), prima un ottimo pilota sulle moto (Mondiale nel 964) passato poi alle auto e con una Ferrari.

 

Si correva, l’anno il 1963 e l’auto una Ferrari a sei cilindri guidata da Surtees che vinse al Nurburgring in Germania.

 

Con un motore Coventry-Climax otto cilindri a V di 90° questa Cooper da Formula 1, l’anno il 1964 – telaio tubolare a traliccio irrigidito da una lamiera d’acciaio esterna.

 

Le Formule cominciarono ad interessare molti marchi.

Quelle gare seguite da così tante persone sui circuiti o davanti a delle televisioni, arrivarono anche la Honda e la BMW che vedremo poco sotto. 

Una Formula 1 Honda del 1964, quell’auto che lanciò la casa giapponese nel mondo della F1 e qui con alla guida Richie Ginther durante il GP d’Italia del 1965 (foto sotto). 

 

 

Si correva, Ludovico Scarfiotti vinse sia nel 1965 che nel 1966 il Campionato Europeo della Montagna alla guida di questa Ferrari Dino 206, con i team Porsche a tallonarlo sino alla fine di ogni gara – motore posteriore sei cilindri a V di 65 gradi, 1593 Cc (maggiorata successivamente a 1987), con 218 cavalli a 9.000 giri minuto, 580 i chilogrammi.

 

1965 anno molto importante per il grandissimo Jackie Steward, quello che lo lanciò definitivamente e qui alla guida di una BRM durante il GP di Monaco.

 

Erano anni in cui fra i piloti un buon numero arrivava dal Regno Unito. 

Graham Hill (Hampstead, 15 febbraio 1929 – Arkley, 29 novembre 1975), con una Lotus ed una BRM vinse due Mondiali, nel 1962 e 1968.

 

Jim Clark (Kilmany, 4 marzo 1936 – Hockenheim, 7 aprile 1968), vinse con la Lotus due Mondiali nel 1963 e 1965 perendo troppo presto, quello che era considerato uno dei migliori piloti, fra i più completi.

 

Jack Brabham (Hurstville, 2 aprile 1926 – Gold Coast, 19 maggio 2014) pilota Australiano, con la Cooper vinse tre Mondiali 1959 e 1960 e 1966, per poi divenire uno dei più importanti costruttori negli anni successivi.

Si correva, una delle gare divenuta fra le più famose per una serie di eventi, era il 1967 e il GP quello d’Italia con un Graham Hill molto sfortunato, mentre era al comando fu costretto al ritiro per guai meccanici, Jim Clark suo compagno di squadra sulla Lotus Ford dopo una sontuosa rimonta ed essere arrivato al vertice della gara si vide superato da Brabham e Surtees per una panne.

 

Lorenzo Bandini.

(Barca, 21 dicembre 1935 – Monte Carlo, 10 maggio 1967), un autentico vero talento, peccato che quel GP di Monaco del 1967 ce lo abbia portato via così presto, da quanto ho letto sino ad oggi era un pilota molto amato e seguito, con molti dei tifosi che in lui videro una concreta speranza per il motorismo „nostrano“.

 

Gran Premio d’Italia del 1966, il pilota Lorenzo Bandini sulla Ferrari 12 cilindri 3000 Cc., fu il primo anno per le auto tre litri da Formula 1.

 

 

 

 

Si correva, una Lotus con il nuovo motore, un FORD in sostituzione dell’abituale BRM, Jim Clark vinse i GP di d’Olanda, Gran Bretagna, Stati Uniti e Messico, ma non riuscendo a vincere il Campionato Mondiale battuta da Denis Hulme (pilota neozelandese) che lo vinse grazie ai tanti piazzamenti, 1966.

La Eagle Weslake, ho scelto questa foto per evidenziare come fossero le auto da Formual Uno in certi anni, quando la carrozzeria copriva sola la parte anteriore e proseguiva poco dopo lo spazio occupato dal pilota, con il motore scoperto.

 

Nelle competizioni per vetture Sport arrivò una meteora.

La Ford GT 40, questa versione in bianco era guidata dalla coppia Schlesser-Ligier alla Mille Chilometri del 1967 – il motore un otto cilindri a V di 5023 Cc ed una potenza di 400 cavalli a 6.000 giri minuto, peso 1100 chilogrammi, arrivarono primi assoluti nella classe oltre 2.000 Sport.

 

La Ford GT 40.

 

La Scuderia Ferrari, Continuava a far correre le sue auto in diverse categorie, con le vetture da Formula Uno e categoria Sport su tutte.

Con due equipaggi composti da Bandini-Amon e Parkes-Scarfiotti questa Ferrari P 4 1967 ottenne lusinghieri risultati, su tutti quelli alla 24 Ore di Daytona e 1000 chilometri di Monza, con un motore 12 cilindri a V 4000 Cc, 440 i cavalli a 8.000 giri minuto, nuove testate a tre valvole per cilindro (rispetto alla P 3) derivate dalle esperienze nella Formula Uno, nuovo cambio a cinque velocità.

Qui nella foto la Sua versione coupè con alla guida Parkers nella gara di Daytona, posizionatosi secondo dietro alla versione “spider” guidata da Bandini ed Amon.

 

Ferrari P 4 1967

 

 

1967 e la splendida Ferrari Dino, si noterà il roll bar montato sul posteriore che aveva anche una funzione aerodinamica oltre che per la sicurezza.

 

BMW nel 1968 era agli esordi nella Formula 2, dotata di un telaio di origine inglese opportunamente riadattato, il motore sviluppato dall’Ing. Apfelbeck con quattro valvole per cilindro radiali, 240 i cavalli.

 

Si correva, ed eccoci alla fine e credo non potevo concludere meglio.

L’auto qui sotto è una Alfa Romeo 33-3, esordì alla 24 Ore di Sebring del 1969 ma non con gli esiti sperati, gli stessi furono raggiunti solo dopo che venne messa a punto e con Andrea De Adamich la otto cilindri a V di 3.000 Cc vinse l’inaugurale GP di Zeltweg.

 

 

Jackie Stewart (Dumbarton, 11 giugno 1939), pilota scozzese che con una Matra Ford vinse un mondiale nel 1969, seguito da altri due con la Tyrrell nel ’71 e ’73.

 

 

 Uomini ed auto sulle piste.