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Oasi di Torre Abate – Visitabile e camminabile.

Oasi di Torre Abate.

Partivamo dal Castello di Mesola.

Non era prevista pur avendola notata su uno dei siti che sono solito “frequentare” quando siamo al Lido di Volano, mettendola in quella specie di elenco delle cose da visitare, ed eccoci a quel prima o poi, era la mattina del 16 agosto 2022 e mentre bevevamo quel caffe accompagnato da una pasta mi ero messo a cercare proprio su uno di quei siti.

Foto scattata appena parcheggiata l’auto.

Oasi di Torre Abate, devo ammettere che qualche timore lo avevo 😉 .

Peensando che laggiù avrei trovate delle zanzare dimensionalmente non troppo lontane da dei condor, ed invece con un certo stupore manco mezza, arriviamo e cerco di parcheggiare l’auto in un punto dove non desse fastidio a nessuno.

Ci incamminiano verso l’ingresso della torre.

Vista dal punto in cui avevamo parcheggiato l’auto.

Siamo in un’area naturalistica che circonda una chiusa del XVI secolo.

Faceva parte di un sistema di bonifica e controllo delle acque che vollero gli Estensi con l’ausilio di Porte Vinciane (fu lLeonardo ad inventarle), secoli fa Torre Abate sorgeva in prossimità del mare e fu eretta per far defliuire le acque di bonifica chiudendosi con l’alta marea, fungendo quindi da “piccola diga”.

Perse la sua funzione quando il ramo principale del fiume Po venne deviato verso sud, per poi essere subito riconvertita in torre militare da avvistamento, finendo con l’essere una grande discarica di rifiuti e ri-bonificata in tempi abbastanza recenti.

Oasi di Torre Abate, sul percorso (come visibile anche da un paio di foto).

E’ possibile avvistare una ricca fauna avicola, la zona è pulitissima, con diversi cartelli che invitano a non depositare nulla fuori dai contenitori preposti, alcuni dei queli trovabili in uno dei laghetti oggi adibiti a pesca sportiva.

Saranno si e no cinque o sei i chilometri che la separano dal Castello di Mesola, percorribili su una strada dove vi consiglio di procedere a velocità moderata visti gli avvallamenti causati dalle radici degli alberi e un asfalto la cui stesura suppongo risalga oramai a tanti decenni or sono.

E’ sempre visitabile e se si desidera entrare nella torre lo si può fare nel periodo aprile-giugno nei fine settimana con orari 9.30- 12,30 e 15-18, l’ingresso è gratuito.

Ben tenuta e abbiamo subito percepita una certa pulizia.

Oltre ad essere stata fondamentale durante quell’immensa bonifica ferrarese.

E’ oggi una delle pochissime strutture rimaste di quel colossale “recinto” lungo 12 chilometri che partiva dal Castello di Mesola, è un’edificio a due piani che si erge sopra un ponte a cinque arcate (a cinque occhi come viene anche detto), il ponte veniva eretto tra il 1568 e il 1569 con l’edificio a torre arrivare pochi anni dopo.

Oasi di Torre Abate, passiamo sotto la torre in un piccolissimo “cortiletto”.

Dove in una sorta di biglietteria scopro essere un’oasi anche per pescatori, con una sorta di biglietto da fare e ne scoprirò poco dopo le modalità, siamo noi tre lungo un sentiero agreste ed arriviamo sino ad una postazione da bird watching, tentennando salgo le scale ed arrivo sulla sua cima, accidenti alle vertiggini e quei gradini che lasciavano vedere tutto quello che c’era sotto.

Siamo sul sentiero che circonda la zona umida.

Prima foto scattata dalla torretta d’avvistamento per volatili.

Una “chiavica” di epoca Estense costruita quando si era ancora in prossimità del mare.

Vicina al Po di Goro, raggiungibile anche tramite una delle piacevoli piste ciclabili (Destra Po) ben presenti nella zona, la “chiavica” è un’opera in muratura che regola gli argini di un fiume formando una sorta di varco che fa defluire le acque di scolo provenienti dalla campagna dentro il fiume, ed altrettanto permette di convigliare l’acqua in periodi di forte siccità.

Seconda foto scattata dall’alto.

Il povero animale malmesso.

La piccola chiesetta chiusa.

Gruppetto di uccelli palustri.

Proseguiamo ed arriviamo vicini ad una chiesetta.

Dove due amici stavano pescando e li scopro che quel “biglietto” lo si pagava ad un controllore che periodicamente è solito passare ed al costo di 10 Euro al giorno, dopo una buona mezz’ora passata inutilmente ad aiutare uno dei due a ritrovare la vitina sganciatasi da uno dei grossi mulinelli ripartiamo.

Abbiamo accorciato il guinzaglio al nostro Rottweiler visto che poco prima aveva pensato bene di tuffarsi in quelle acque.

Oasi di Torre Abate, un paio di foto ad un gruppo di uccelli acquatici.

Ed uno più grande bianco e piuttosto malmesso, intuendo che fosse una specie di anatra o giù di lì, alla fine del sentiero arriviamo in una zona in cui avevano sistemati un paio di gazebo in legno e con il primo avere una targa in ricordo (come vediamo in una delle foto).

Abbiamo fatto il sentiero che circonda tutta la zona umida ed arriviamo in questa piccola zona per una pausa.

La targa a ricordo, tutto molto ben tenuto e pulitissimo.

Ce ne sono altri con indicate razze e caratteristiche lungo il percorso.

Anche l’oasi molto ordinata e pulita, complimenti a chi se ne occupa.

Fatta una sosta di circa 10 minuti riprendiamo a camminare.

Io salgo sulla strada per fare le ultime fotografie mentre mia moglie e Tatanka arrivano all’auto prima di me, lì erano appena arrivate due signore e con loro scambiamo due parole sulla maleducazione di chi aveva fatto merenda e scaricato lì lattine e buste in plastica di patatine e che altro, salutate le due ripartivamo per tornare al Lido di Volano visto l’approssimarsi dell’ora di pranzo.

Salivo sulla strada più alta rispetto all’oasi di Torre Bondone.

Visitabile e camminabile.