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Surtees pilota e costruttore.

Surtees.

Jhon nasceva a Tatsfield il 11 febbraio del 1934, fu sette volte campione del mondo con le moto e una con le auto il primo ed unico a riuscirvi.

Costruttore di auto da competizione.

Conquistando prima sette titoli con le motociclette dal 1958 al 1960 nella 350 cmc, 1956 e dal 1958 al 1960 nella 500 cmc. ed uno con la Ferrari nella Formula 1 nel 1964. 

Veniva fondata nel 1969 a Edenbridge nel Kent.

Le sue monoposto con telaio monoscocca e carrozzerie disegnate per ottenere la maggiore semplicità costruttiva possibile.

Con la sigla TS davanti ad numero progressivo.

Partiva sulle moto…..

Nella primavera del 1956 sul circuito del Nurburgring lungo il tracciato corto (quello sud), fra le favorite per il Gran Premio motociclistico di Germania c’era la MV Agusta pur avendo perso il suo pilota di punta Ray Amm deceduto sul circuito di Imola poche settimane prima.

Nella classe 500 cmc anche il team BMW ufficiale con una moto fra le più potenti ma non semplice da guidare e con Walter Zeller suo pilota di punta, avevano portato sul circuito anche un nuovo pilota una giovane promessa dall’aspetto minuto e più basso rispetto al “possente” Zeller.

Una promessa capace di “buttare” la pesante e potente moto da “incosciente” nelle curve, con altri aver detto da convinti con caratteristiche da grandissimo campione questo si leggeva e si sentiva su quel giovane molto promettente.

Il “figlo del vento” e “Big Jhon” erano i due soprannomi di un pilota molto considerato e stimato, con Jim Clark in quegli anni era considerato fra i migliori piloti britannici in attività.

Nello Pagani il responsabile del Team Italiano stava cercando un degno sostituto di Amm, convinto delle sue doti da Jhon Webster esperto pilota oramai anziano che aveva incontrato di proposito nel bar del circuito e ricevendone confermava sull’essere un pilota dalle grandi doti e capacità, ricordandogli quella gara in Inghilterra dove aveva battuto con una Norton monocilindrica il favorito Geoff Duke sulla Gilera moto considerata quasi imbattibile.

Pagani contattò Surtees convincendolo.

Lo fece in quello stesso bar con il giovane pilota essere seduto non distante ad un tavolo con i suoi genitori, si accordarono per provare la moto a quattro cilindri sul circuito di Monza con Jhon dimostrarsi entusiasta continuando ad ammiccare felice e dire di si in continuazione.

Dopo aver vinto il suo quarto campionato mondiale da motociclista lo convinsero a provare una macchina da corsa, due o tre mesi dopo saliva sulla stessa vettura guidata da Moss e Brooks sembrando a chi lo stava guardando un pilota già esperto, che non fosse la prima volta che saliva su un’auto così veloce e potente dove una certa esperienza serviva, a colpirli il come impostasse le curve e le traiettorie sfruttando il mezzo e la pista con linee e parabole differenti e il più delle volte addirittura migliori.

Passavano ancora quasi due mesi quando la Aston Martin gli fece provare l’auto di Moss e Roy Salvadori riuscendo ad essere molto vicino ai loro primati, Reg Parnell da capo squadra provava subito a convincerlo ma Surtees da pilota sotto contratto con la MV Agusta esitò, tanto dal far cadere nel nulla la cosa.

Debuttava con la Tyrrell.

Nella primavera del 1960 veniva avvicinato da un noto ed importante commerciante di legname che aveva da poco tempo aperta una scuderia da corsa, Ken Tyrrell convinse un timoroso pilota di motociclette non ancora così sicuro nel voler passare alle auto da corsa.

In Formula Junior (anticipatrice della 3) con una Cooper BMC, comportandosi così bene che il Team Lotus gli affidava una macchina da Formula 1 ufficiale per il Gran Premio di Monaco dove però si ritirerà come le altre Lotus per problemi meccanici, dopo Surtees preferì correre saltuariamente volendo mantenere gli impegni presi con la MV Agusta.

A Silverstone in Gran Bretagna arrivava secondo dietro Brabham, saltava alcune gare ritornando in Portogallo dove otteneva il miglior tempo in prova ad Oporto ma ritirandosi in gara per la rottura del radiatore, partecipava all’ultima prova del campionato a Riverside in California dove si ritirava ancora una volta dopo un incidente.

L’anno successivo per la gara di Silverstone alla Lotus serviva un pilota che sostituisse Stacey vittima di un brutto incidente a SPA, con lui Ireland ed una giovane promessa scozzese Jim Clark, ma a fine anno fu evidente ai responsabili del Team che fra i due la convivenza non fosse possibile.

Surtees lasciava la Lotus.

Passando alla Scuderia Yeoman Credit dotata di vetture Cooper nel 1961, quando a dominare le competizioni era la Ferrari con Von Trips Phil Hill e Giancaro Baghetti (che vinceva in Francia a Reims).

A fine anno in seguito alla morte di Von Trips al team italiano serviva un nuovo pilota, con l’aiuto dell’importante sponsor Shell veniva contattato Surtees che rifiutava, convinto sulle possibilità di una nuova auto e per gli accordi presi poco prima con il suo giovane progettista che la chiamerà Lola volendo l’ingegnere ricordare una sua ex fidanzata.

Con la Lola fu l’unico ad ottenere dei risultati, dal GP di Francia dove dominava la prima parte della corsa, facendosi trovare pronto in Germania arrivando secondo dietro Graham Hill.

Surtees su Ferrari.

Enzo Ferrari riprovò a portarlo nel suo team facendosi aiutare ancora dalla SHELL riuscìendo a convincere il pilota che con la LOLA cominciava ad avere problemi in troppe corse non rendendogli troppo difficile l’abbandonarla e rompendo il biennale che aveva firmato.

Gran Premio di Monaco al volante della otto cilindri Ferrari nel 1965.

Arrivava nel 1963 a Maranello dove si inseriva nel nuovo team così velocemente dallo stupire meccanici e dirigenti, iniziava una stagione non facile per via di rotture e cedimenti, con la gara sul circuito tedesco del Nurburgring vederlo trionfare nel suo primissimo successo in Formula 1.

Surtees nel 1964 diventava Campione del Mondo Formula 1. 

Un campionato vinto all’ultimo giro dell’ultima corsa in Messico, con un certo merito da riconoscere a Lorenzo Bandini che da secondo quasi si fermava per lasciarlo passare e farlo vincere, dopo il ritiro del primo in classifica Jim Clark ritiratosi per la rottura del motore a due soli giri dalla fine della competizione.

Surtess trionfava al Gran Premio d’Italia nel 1964 con una media di 205,64 km/h, su Ferrari 12 cilindri orizzontali contrapposti 1489,6 cmc e 200 cavalli a 12.000 giri, pesava 465 chilogrammi.

Ma si erano incrinati i rapporti con Dragoni (Direttore Sportivo Ferrari) dopo sue dichiarazioni sul voler diventare un costruttore, con la Ferrari provare fastidio nel sapere che qualcuno potesse trasferire le sue conoscenze ed esperienze su delle auto non realizzate a Maranello.

1966 a metà anno sulla pista di Le Mans con la clamorosa rottura.

Surtees lasciava il Team Ferrari che subito lo sostituiva con Mike Parkes e Ludovico Scarfiotti.

Va assolutamente ricordato (e ci metto un bel però) che Surtees in Canada corse con una vettura nella Categoria Sport non della Ferrari e dopo un grave incidente rimase fermo per un certo lasso di tempo per i postumi dell’incidente.

Ricomparve nella primavera del 1966 vincendo la 1.000 Chilometri di Monza e il Gran Premio del Belgio sulla pista di SPA Francorchamps che conosceva avendoci corso con le moto e vinto, con la stampa dividersi fra chi sosteneva Surtees per le forza e coraggio dimostrati nel voler intraprendere “l’avventura da costruttore” e altri ciriticare la Ferrari per non essere riuscita a tenersi un pilota così.

1966 alla guida della Cooper Maserati.

Passava alla Cooper che montava motori Maserati.

Con la storica rivale della Ferrari vinceva nell’ultima gara della stagione in Messico, dopo essere arrivato secondo in Germania.

1967 passava alla Honda, la prima macchina giapponese da corsa di livello.

Con l’Ingegner Yoso Nakamura capo tecnico e uno dei massimi dirigenti della marca di Tokyo vinceva il Gran Premio d’Italia, dopo l’esitazione del mossiere che causava gravi danni alla Ferrari di Amon e alla gomma della Lotus di Clark che corse da inseguitore.

Surtees sulla Honda nel 1967 con la quale vinse il Gran Premio d’Italia.

L’anno successivo fece da tramite fra la casa nipponica e il progettista della Lola (lo conosceva bene) che contribuì nella messa a punto del telaio Honda, nel 1968 quella monoposto veniva da molti scherzosamente definita la Hondola, corse anche nella Can-Am al volante di una Lola dove aveva vinto nel 1966 la serie con un altra Lola.

Il motore Chevrolet Can-Am sette litri elaborato dalla Surtees.

I tempi per diventare un costruttore sembravano maturi.

1969 su BRM in Messico.

Su BRM 1969 in Gran Bretagna.

1970 Gran Premio di Gran Bretagna, il 18 luglio a Brands Hatch.

Al volante della nuovissima Surtees e dopo aver costruito telai per le Formula 5.000 che avevano permesso alla sua officina di proseguire.

TS 5 Formula 5.000 con un alettone molto vistoso nel 1969 sulla pista d Oulton Park prima delle prove.

Arrivava quinto in Canada in un campionato in cui fu spesso costretto a ritirarsi o finiva le gare nelle ultime posizioni.

Costruiva ancora della auto per la Formula 2 e la 5.000.

Con le Formula 2 vinceva tre corse riuscendo a mantenere la sua squadra corse in vita.

Sino al 1972 quando “appendeva il casco al chiodo” ritirandosi dalle corse su pista.

In una delle sue ultime gare da pilota nel Gran Premio d’Italia del 1972 su TS14.

Incontrò molte difficoltà nel gestire la sua squadra, si alternarono molte persone con qualifiche diverse forse per via della sua fama di uomo chiuso e scontroso.

Seguirono momenti di gioia in cui le sue auto sembravano competitive ad altri in cui lo sconforto diventava una costante,  con l’acutizzarsi di suoi problemi fisici causati dall’incidente del 1965 in Canada, non mancarono problemi finanziari con pochi gli sponsor rimanergli “fedeli”.

Qui il riassunto di una vita da pilota e campione:

1956-1960 motociclismo: campione del mondo nelle classi 350 e 500 cmc.

1960 Formula Junior.

1961 Formula 1 con il team Cooper.

1962 Formula 1 con la Lola.

1963 arrivava in Ferrari, con la Formula 1 la sua prima vittoria in Germania.

1964-1965 Formula 1 con la Ferrari e Campione del Mondo Conduttori.

1966 Formula 1 Ferrari per pochi mesi.

1966 passava alla Cooper Maserati.

1967-1968 con la Honda ed ancora in Formula 1, nel 1967 vince il Gran Premio d’Italia.

1969 breve parentesi con la BRM in Formula 1 e Can-Am con la Lola.

1970 Formula 1 con una McLaren del 1969.

1971-1972 il primo suo anno da costruttore pilota in Formula 1.

1973 Si ritira dalle gare.

Le gare di Jhon Surtees con le auto. 

1961 Con la Cooper Climax in Formula 1: 2 GP del Belgio, 2 in Germania, 4 i punti in totale raggiunti.

1962 Lola Climax in Formula 1: 3 GP di Monaco, 2 in Belgio, 2 in Francia, 6 in Gran Bretagna e Germania, in totale 19 punti raggiunti.

1963 Ferrari Formula 1: a Monaco 3, Olanda 4, Gran Bretagna 6, Germania 9, 22 i punti totali.

1964 Ferrari Formula 1: Olanda 6, Gran Bretagna 4, Germania 9, Italia 9, Stati Uniti 6, Messico 6, 40 punti totali.

1965 Ferrari Formula 1: Sudafrica 6, Monaco 3, Francia 4, Gran Bretagna 4, 17 punti totali.

1966 Ferrari Formula 1: Belgio 9.

Cooper Maserati: Germania 6, Stati Uniti 4, Messico 9, totale punti 28.

1967 Honda Formula 1: Sudafrica 4, Gran Bretagna 1, Germania 3, Italia 9, Messico 3, per 20 totali.

1968 Honda Formula 1: Francia 6, Gran Bretagna 2, Stati Uniti 4, 12 totali.

1969 BRM Formula 1: Spagna 2, Stati Uniti 4, 6 totali.

1970 McLaren Formula 1: Olanda 1, Canada 2, per un totale di 3 punti.

1971 Surtees Formula 1: Olanda 2, Gran Bretagna 1, 3 punti totali.

1972 con la Surtees TS14 in Formula 1: 0 i punti.

TS10 Formula 2 che vinse il Campionato Europeo Costruttori del 1972 con Mike Hailwood come pilota.

Si sposò tre volte.

La prima volta con Patricia Burke nel 1962 e divorziandoci nel 1979.

Janis Sheara la sua seconda moglie nel 1979 con un maitrimonio finito nel 1982.

La terza con Jane Sparrow nel 1987 ed ebbero tre figli, Leonora Edwina ed Henry essere come il padre un pilota che morì il 19 luglio del 2019 in una gara di Formula 2 colpito da uno pneumatico staccatosi dall’auto che lo precedeva, veniva tumulato vicino al padre deceduto a Londra nel 2017 all’età di 83 anni per gravi problemi respiratori da ricoverato al Georges Hospital, nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Lingfield nel Surrey.

pilota e costruttore.