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Ducati RT 450 moto italiane.

Ducati RT 450.

Quanto leggerai arriva unicamente da mie fonti cartacee coeve salvo i soliti e necessari link per editare.

La distribuzione Desmodronica per la Ducati Road & Track (strada e pista) di 450 cmc.

la Ducati RT 450 veniva prodotta per soddisfare una richiesta del loro importatore per l’mportante mercato statunitense dopo che nel 1969 Jim McClurg vinceva la Baja 500 alla guida di una Ducati Desmo 350,  la nuova motoccletta basata sulla meccanica della Desmo 450 arrivava negli USA con un buon riscontro e pochi mesi dopo era visibile anche in alcune concessionarie italiane. Quando negli anni 60 per la Ducati furono diversi i modelli da fuoristrada e motocross destinati prevalentemente al mercato statunitense, con cilindrate da 250 350 e 450 cmc.

Il peso 116 chilogrammi, il telaio a doppia culla aperta con robuste triangolazioni centrali, sospensioni tutte di nuovo tipo con forcella a corsa lunga 18 centrimetri e ammortizzatori regolabili nel carico e nell’inclinazione, 25 i centrimetri per la distanza minima da terra, pneumatici da cross 3,00 X 21 davanti e 4,00 X 18 sul posteriore montate su cerchioni in alluminio.

Parafanghi e serbatoio in fibra di vetro gialli con marchio e bande longitudinali nere, dimensioni in mt lunga 2,181, interasse 1,45, larga 0,94, altezza max 1,20 della sella 0,82 della pedana 0,20 minima da terra 0,22, scarico libero con una potenza di 30 cavalli e una generosa curva di coppia. Dotata anche di un decompressore per facilitare le messe in moto come si può vedere in una delle foto e didascalie, accensione a volano magnete. 

La sua parte inferiore con la stampella laterale e la protezione per la coppa.

Ducati RT 450 e la Harley Davidson Sprint ERS.

Da enduro” e prodotta per il mercato italiano confermava quanto quel tipo di comptezioni tipicamente americane stessero iniziando ad appassionare non solo loro, motore Aermacchi a quattro marce l’accensione a magnete e carburatore da 30 mm, fissato al telaio con delle piastre che ricordavano quelle già montate sulle Ala d’Oro.

Il telaio un monotrave irrobustito da una miriade di tiranti e puntoni, Ceriani le sospensioni, in acciaio le ruote con gomme 3,50-19 e dietro 4,00-18freni a tamburo centrali di nuovo disegno, 116 chilogrammi il peso.

Motocicletta che vinceva il Greenhorn Enduro, corsa di oltre 800 chilometri nel 1969 e nel 1970. 

Harley Davidson Sprint ERS con il telaio ed il motore di derivazione Aermacchi.

La maggior parte degli esemplari prodotti finì negli Stati Uniti, qui la pubblicità dell’importatore statunitense.

Ducati listino prezzi del 1971 (prezzi in Lire)

MODELLO Cil.ta CV/GIRI CAMBIO PESO VELOCITA’ LISTINO
  eff.va     A VUOTO MAX F.F.
             
100 Scrambler 98 6 a 6000 4 72 80 169.500
250 MK III 248 23 a 8500 5 127 135 385.000
250 Scrambler 248 21 a 7000 5 132 120 397.000
350 MK III 340 27 a 8000 5 128 150 410.000
350 Scrambler 340 27 a 8000 5 133 130 420.000
450 MK III 435 28 a 6500 5 130 155 500.000
450 Scrambler 435 28 a 6500 5 140 135 500.000
             
Scooter            
Brio 100/125 94 4 a 5500 3 80 75 123.000
Brio 48 47 1 a 4300 3 70   101.000
             
Ciclomotori            
50 Scrambler 49 1 a 4300 4 70   163.000
             
           

Il motore Ducati in bella evidenza nel telaio.

Il tubo di scarico molto corto e con una particolare piegatura.

Il grosso filtro dell’aria dove finisce lo sfiatatoio del carter una bottiglietta con l’olio per la catena e il decompressore.

Ducati RT 450 costruita in pochi esemplari.

Ducati RT 450 alcuni cenni storici.

L’Ingegner Fabio Taglioni da progettista della Ducati nel 1970 concepiva un nuovo motore a due cilindri affiancati fortemente inclinati in avanti da 500 cmc, per poi montarli sui telai in tubi a doppia culla aperta dello specialista Seeley per una piccola serie di motociclette da competizione, dotate di sospensioni con  forcella anteriore a bielle inferiori oscillanti e dietro a forcellone oscillante con ammortizzatori idraulici e molle esterne supplementari.

Taglioni mentre mostra al loro pilota Franco Farnè per la loro nuova 500 bicilindrica da competizione la testa a quattro valvole.

Sempre nel 1970 una due cilindri a V disposto longitudinalmente al telaio attingendo dalle esperienze maturate con la Apollo del 1964, con una cilindrata di 750 cmc e l’apertura dei cilindri di 90° e distribuzione a valvole in testa comandate da albero a camme in testa e richiamate da molle, con una sorprendente velocità massima di 194 km.

Proseguiva la produzione delle monocilindriche a comando desmodronico delle valvole.

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