Fessia Antonio.

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Progettisti italiani.

• Nasceva a Torino il 27 novembre del 1901 da Andrea e la Madre Giovanna Denegri, una famiglia che proveniva dal Canavese ed originaria di Borgomasino.
• Si laureava in Ingegneria Meccanica al Politecnico di Torino nel luglio del 1923.
• Conclusa la leva nel 1925 entrava in Fiat diventandone capo dell’Ufficio Progetti Auto.

1939 1946 con la Fiat come Direttore degli Uffici Tecnici Centrali di Meccanica.

Dove contribuì all’impostazione e studio delle Topolino 500, sei cilindri Fiat 1.500 e 1.100, automobili pensate per soddisfare la motorizzazione di massa e proposte ad un prezzo molto competitivo grazie ad una corretta progettazione ed organizzazione del sistema produttivo.

Fessia Antonio, progettista aeronautico. 

• Il motore per aerei AS-6 24 cilindri in linea e 2300 cavalli montato sull’aereo del primato mondiale di velocità per idrovolanti (rimasto imbattuto sino al 1968).
• Seguivano i motori “a stella” raffreddati ad aria montati sugli aerei dell’Esercito Italiano durante il secondo conflitto.

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1946 1949 diventava il direttore del Gruppo Caproni dove progettava la F 11.

Auto di nuova concezione la Fessia 1100, una berlina quattro porte a trazione anteriore con linee molto moderne ed una non comune capacità interna, proposta dalla Costruzioni Elettromeccaniche S.A. Di Saronno e dalla Officine Aeronautiche Caproni di Taliedo.

Nel 1947 veniva esposta al Salone di Parigi e in quello successivo a Ginevra dove esposero anche l’autotelai nudo, veniva previsto l’inizio della produzione nell’estate del 1948 dopo le numerose prenotazioni purtroppo procastinate sino a non essere mai evase, una decina quelle costruite e testate su strada con ottimi risultati.

Il motore.

Dall’ingombro molto ridotto un flat flour 1.099 cmc a quattro cilindri orizzontali contrapposti, montato davanti all’asse delle ruote anteriori, fissato con la trasmissione al telaio su tre punti d’appoggio con dei cuscinetti in gomma antivibrazioni.

• Cambio (a quattro velocità con tre sincronizzate) e differenziale assemblati in un carter in lega leggera, due i semiassi flottanti con giunti cardanici semplici all’uscita del differenziale e con giunti doppi, montati su cuscinetti ad aghi, sul lato delle ruote.
• Trazione anteriore.  
• Trasmissione con giunti doppi montati su cuscinetti ad aghi, sul lato ruote.
• Corpo cilindri e basamento in lega leggera come le testate, con sedi e guide valvole riportate.
• Albero a gomiti su tre supporti a perni induriti e montato su dei cuscinetti al rame-piombo.
• Dimetro e corsa 72 x 67,5 MM.
• Frizione monodisco a secco.
• Carburatore Zenith rovesciato.
• 40 cavalli a 4.000 giri/minuto.
• 6,2 :1 il rapporto di compressione.
• Lubrificazione a pressione.
• Freni idraulici.
• Guida a vite globoidale, raggio minimo di sterzata 5,40 mt.
• Pneumatici 5,50 X 15. 

Telaio in blocco con la carrozzeria.

Sospensioni a ruote indipendenti sia sul posteriore che per l’anteriore con quadrilateri trasversali, molloni elicoidali e ammortizzatori idraulici a doppio effetto.

Dimensioni.

Passo mt. 2,55, carreggiata 1,25, lunghezza max 4,39, larghezza massima 1,54, altezza 1,38.

Peso.

A vuoto 840 chilogrammi a secco.

Consumi.

Circa nove i litri di benzina per percorrere 100 chilometri, molto contenuto se consideriamo che le benzine dell’epoca avessero un ridotto numero di ottani.

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1950 – 1955.

Nel quinquennio lavorò con funzioni di consulente per una serie di aziende e fra queste le Ducati, Pirelli e NSU Fiat.

Fessia Antonio aprile 1955 e la Lancia.

il 27 novembre ne diventava Direttore Centrale Tecnico riuscendo a realizzare un vecchio desiderio, costruire una automobile italiana di serie con il motore e la trazione anteriori, quando la proprietà della casa automobilistica passava a Pesenti magnate del cemento.

1956 con la Flaminia, ritenuta allora una edizione riveduta e corretta dell’Aurelia, ne mantennero lo schema del propulsore (2458 cmc e 100 cvalli) con un nuovo avantreno dove venivano tolti gli elementi telescopici e scelto un quadrilatero e molle elicoidali, la carrozzeria ispirata dalla Florida di Pininfarina.

Seguivano le versioni: MKII del 1961 da 110 cavalli – 2,8 da 2775 cmc 125 cavalli nel 1963 – con carrozzeria fuoriserie e meccanica modificata le Coupè Pininfarina-G.T.-Touring Convertibile-Zagato Sport, rimaneva in produzione sino al 1969.

1959 iniziavano i lavori per la costruzione del nuovo e più grande stabilimento a Chivasso (1.100.000 mq.).

1960 il Dott. Fessia Antonio progettava la Flavia (Modello 815) a trazione anteriore. 

Motore a quattro cilindri contrapposti, quattro freni a disco con servofreno e due circuiti indipendenti, raffreddamento ad acqua, nasceva con un motore da 1.500 cmc con 78 cavalli e 148 chilometri orari, tre dopo anni il 1.800 cmc con 86 cavalli e 160 km/h, nel 1965 l’alimentazione ad iniezione, le versioni derivate con la Coupè Pininfarina essere la più riuscita.

1963 in contemporanea con la Flavia 1800 arrivava la Fulvia per sostituire la Appia. 

Ancora una “tutto avanti” con un quattro cilindri a V stretto; che rispetto al precedente 4V aveva un’angolazione di poco più aperta; di 1091 cmc 58 cavalli e 138 chilometri orari.

Le versioni successive:2 C (1964 con 71 cavalli e 145 km/h) – GT (1967 1216 cmc 80cavalli 152 km/h) – GTE (1968 1298 cmc 95 cavalli SAE e 162 km/h) – MKII come ultima serie con il cambio a cinque marce.

Le altre cariche del Dott. Fessia Antonio.

• Libero docente in motori per automobili al Politecnico di Torino e nel 1946 al Politecnico di Milano sino alla sua morte.
• Presidente dell’UNI (Ente Nazionale per l’unificazione dell’industria).
• Capo della delegazione italiana per la CECA (Comunità Europea per il Carbone e l’Acciaio).
• Membro per l’Italia della londinese OTA (Organizzazione Mondiale del Turismo e dell’ Automobile).
• Sindaco di Borgomasino, paese d’origine della sua famiglia al quale rimase sempre molto legato nonostante i tanti trasferimenti lavorativi.

Il 19 agosto del 1968 periva a causa di un tumore all’addome, circondato dall’affetto della moglie e dei tre figli nella loro casa di campagna a Borgomasino.

E la Lancia Flavia.